L’attuale pandemia da coronavirus può considerarsi per le generazioni attuali come evento unico ad alto impatto emotivo che colpisce la collettività in modalità senza precedenti, generando nelle persone un senso di instabilità, paura, ansia e smarrimento tipico delle reazioni da stress.
Inizialmente la minaccia di un mostro invisibile ha prodotto da una parte il rispetto delle regole nella maggior parte della popolazione, dall’altra il montare della paura che in molti casi ha raggiunto in breve tempo picchi fobici. Le innumerevoli e a volte contraddittorie informazioni ricevute dai media hanno aumentato in senso di incertezza, rafforzato col passare dei giorni dal distanziamento sociale, “colpevole” dell’interruzione delle normali attività quotidiane e di tutti i progetti e impegni programmati a breve termine. Se da una parte ci siamo impegnati per prevenire il peggio della prima ondata (che purtroppo migliaia di persone hanno sperimentato) dall’altra a livello psicologico, economico e sociale l’individuo si è esposto emotivamente ad un peggioramento del proprio stato mentale con preoccupazioni costanti sul presente e sul futuro, reali difficoltà nella gestione della famiglia, figli, lavoro e soldi…
Gli anziani hanno perso i loro punti di riferimento, così come i bambini, distanziati dalla scuola, dallo sport e dai loro rapporti sociali, gli adulti infine sovraccaricati dalle difficoltà di gestione della routine quotidiana hanno cercato di resistere. La stretta convivenza nelle famiglie vulnerabili ha esacerbato ancora di più il disagio psichico al suo interno; il lavoro precario e la povertà hanno messo in ginocchio un tessuto sociale già al collasso. Coloro che hanno lavorato in emergenza sono stati esemplari ma ora ne pagano ora le conseguenze psichiche. Il futuro incerto sta incidendo notevolmente sull’economia, i bonus non risolvono i problemi psicologici che stanno emergendo, senza supporto, prevenzione e gestione dello stress la probabilità di incorrere in comportamenti a rischio è alta. Ci troviamo spesso ai due opposti, da una parte chi è più vulnerabile, lamenta tristezza, ansia, disturbi del sonno, attacchi di panico e fobie come risposta del corpo a quanto accaduto, dall’altra c’è chi estenuato (giustamente o ingiustamente) si ribella e incorre in comportamenti troppo leggeri che mettono a rischio la propria salute, quella degli altri e tutto il contesto sociale che ci circonda.
Saper fronteggiare quanto accaduto ci pone nella condizione di superare lo stress e impedire agli eventi futuri di prendere il sopravvento: resilienza.